Esistono tanti motivi per amare l'autunno, e uno di questi è senza dubbio l'arrivo della zucca mantovana, ortaggio simbolo della città di Mantova. Un sapore dolce inconfondibile e una forma unica nel suo genere, simile a un turbante, che le ha conferito il nome particolare di Cappello del Prete.
Sono tante le cultivar di zucche coltivate in Italia, ma questa è una delle più caratteristiche: la sua unicità le ha garantito il riconoscimento nel 2004 come Prodotto Agroalimentare Tradizionale (PAT).
Un po' di storia
La tradizione della zucca mantovana ha origini molto più antiche di quanto si creda. Le prime tracce risalgono a milioni di anni fa nell'Asia, per poi giungere nelle Americhe dopo la scoperta di Cristoforo Colombo. Da allora è entrata a far parte delle tradizioni gastronomiche di molti paesi (non solo in Italia), grazie alle sue connotazioni simboliche e alle particolari caratteristiche.
Le caratteristiche della zucca mantovana
Oltre all'indistinguibile forma che le ha conferito il nome di Cappello del Prete, la zucca mantovana è caratterizzata da un gusto dolce e da una polpa, di colore giallo-arancio, soda e poco fibrosa. È un alimento ipocalorico, ricco di vitamine, sali minerali, ed è composto per il 94% da acqua.
Come cucinare la zucca mantovana: il consiglio dello chef
Esistono mille modi per cucinare la zucca, ma, in questo caso, non potevamo non chiedere all'Executive chef di Eataly Milano Smeraldo, Diego Puddu, qualche consiglio su come cucinare la zucca mantovana, ingrediente protagonista di molte ricette dell'Eataly meneghino. "Consiglio di cuocere questo fantastico prodotto in forno, aromatizzandolo con qualche erbetta mediterranea e condendolo con del buon olio extravergine ligure. Una valida alternativa consiste nel trasformarla in purea con l'utilizzo di un passaverdure, da servire in abbinamento a un pesce al vapore come il rombo". E aggiunge: "Con la zucca si possono fare dei fantastici flan/sformati magari da accompagnare con una fonduta di robiola di Roccaverano".