A Pasqua, l’Italia offre il meglio di sé. Perché dà vita a un’enorme gamma di tradizioni, di feste e di usanze che variano di regione in regione, di città in città, di comune in comune.
Le tradizioni regionali di Pasqua: giochi con le uova
Partendo da nord-est, arriva dal Friuli una delle usanze più interessanti. A Cividale, in provincia di Udine, a Pasqua e Pasquetta si svolge il gioco del Truc, che consiste nel far scivolare lungo un catino di sabbia inclinata alcune uova di gallina cotte, con l’obiettivo di farle toccare tra loro: chi colpisce l’uovo dell’avversario ottiene un premio. Sempre basato sulle uova cotte è il “gioco della Punta e cul” di Urbania, nelle Marche: la mattina di Pasqua e i due giorni seguenti, anziani e giovani si sfidano battendo il proprio uovo contro quello dell’avversario prima dalla punta e poi dal fondo, tentando di mantenerlo intatto. Un gioco molto simile a quello del Palio dell’uovo del borgo di Tredozio, sull’Appennino forlivese, durante il quale i partecipanti si affrontano cercando di rompere i gusci delle uova degli avversari con il proprio uovo.
Le tradizioni regionali di Pasqua: in montagna
Anche altre località di montagna sono note per le loro tradizioni pasquali. A Courmayeur, in Valle d’Aosta, ogni anno si svolge “La Paquerette”, appuntamento con l’artigianato valdostano che propone opere di scultura e intaglio su legno, lavorazione del ferro battuto e del cuoio, tessitura del drap, e ancora merletti, vimini, oggetti per la casa. Invece a San Leonardo, frazione del comune di Badia, nei giorni che precedono la Pasqua si tiene la cosiddetta “noza da paur”, manifestazione che rievoca il matrimonio contadino: i ragazzi vanno alla ricerca delle fanciulle per chiedere loro un uovo. Chi ne ottiene 12, si sposerà entro l’anno. Al contrario, le ragazze che avanzeranno le uova dovranno seppellirle sotto terra entro il martedì successivo alla Pasqua per non rimanere zitelle a vita. Infine a Bormio, in Valtellina, a Pasqua sfilano grandi carri allegorici portati in spalla per le vie del centro cittadino.
Le tradizioni regionali di Pasqua: il Cantè J’euv
Leggermente più a sud, sulle colline piemontesi di Langhe e Roero, c’è poi una tradizione che richiama un rito contadino dei secoli scorsi: il Cantè J’euv. Per salutare l’arrivo della primavera, gruppetti di giovani si incamminavano verso le cascine più lontane, dove intonavano canti sotto le finestre dei padroni di casa per richiedere loro un dono. I contadini scendevano e regalavano loro per lo più uova fresche, che sarebbero state conservate fino a Pasquetta. Al contrario, alle famiglie che si sottraevano da questo impegno venivano rivolte strofe di maledizione. Oggi il Cantè J’euv viene rievocato con riti folkloristici basati su musica e buon cibo, spesso a scopo benefico.
Le tradizioni regionali di Pasqua: il Centro Italia
Proseguendo il viaggio delle tradizioni verso Sud, arriviamo al Centro Italia. In particolare in Toscana, a Firenze, dove a Pasqua c’è lo scoppio del carro. In Piazza del Duomo, viene dato fuoco a un carro decorato chiamato “Brindellone”: l’arcivescovo accende con il fuoco sacro un razzo a forma di colomba, chiamato “la Colombina”, che scorrendo lungo un filo “vola” fuori dalla chiesa fino a colpire e incendiare il carro, che dà vita a scenografici effetti Pirotecnici. A Roma, invece, riscuote particolare successo la Via Crucis, alla quale partecipa anche il Papa, che si svolge davanti al Colosseo in un perfetto mix tra architettura pagana e riti cristiani.
Le tradizioni regionali di Pasqua: il Sud
Come prevedibile, l’Italia meridionale riserva non poche sorprese. A partire da Procida, in Campania, dove il Giovedì Santo, al tramonto, si svolge la processione dei Dodici Apostoli incappucciati. Un rito simile a quello di Taranto, dove tra il giovedì e il sabato all’alba si svolge una lunga processione di fedeli incappucciati, i cosiddetti "Perdoni", proprio come accade ogni anno a Siviglia. Sempre in Puglia, a Noicattaro (Bari) il Giovedì Santo viene acceso un falò davanti alla chiesa della Madonna della Lama: il fuoco continua a bruciare per tutta la notte, in segno di devozione.
Le tradizioni regionali di Pasqua: la Sicilia
Ma la regione forse più ricca di tradizioni pasquali è la Sicilia. Ne abbiamo scelte tre: la prima è il Ballo dei Diavoli di Prizzi, in provincia di Palermo. Sin dalla mattina del giorno di Pasqua, qui due diavoli mascherati vestiti di rosso e la morte vestita di giallo importunano i passanti e cercano di impedire l’incontro tra le statue del Cristo Risorto e della Madonna. Saranno però poi sconfitti dagli angeli, che li trafiggono con le loro spade in un’atmosfera di festa rallegrata dal suono delle campane. E i diavoli sono protagonisti anche ad Adrano, in provincia di Catania, dove la Domenica di Pasqua vengono inscenati “I Diavulazzi ‘i Pasqua”, una rappresentazione settecentesca ambientata tra inferno e paradiso che celebra il trionfo del bene sul male.
In provincia di Messina, precisamente a San Fratello, si tiene infine la “Festa dei Giudei”: contadini e pastori si travestono con un costume tradizionale rosso a strisce di stoffa gialla ricamate con motivi floreali e perle e hanno il volto coperto da un cappuccio rosso. Simboleggiano il diavolo e si aggirano per il Paese per disturbare la processione di commemorazione della morte di Cristo. E, dopo averla interrotta, danno vita a un “duello” con i fedeli.