La tradizione, a Morozzo, si tinge di rosa. La leggenda vuole che siano proprio le donne, dalle mani e i modi gentili, le custodi dell’arte agricola e zootecnica. Per questo, per il gentil sesso, sono motivi di vanto e orgoglio i premi vinti all'appuntamento invernale con l’Antica Fiera del Cappone di Morozzo, che si è svolta l'11 e il 12 dicembre: l’edizione 2016 ha visto trionfare Simone Curetti, vincitore assoluto, mentre Pierino Blangetti ha ottenuto il primo e il secondo premio per le migliori coppie di capponi e Maria Rosa Tarditi si è invece aggiudicata il terzo posto.
L’Antica Fiera del cappone di Morozzo
Le origini dell'Antica Fiera risalgono all’inizio del Novecento; poi, con gli anni cinquanta, furono illustri personaggi della borghesia locale a dare nuova luce alla storica manifestazione. Il perpetuarsi della tradizione ha reso negli anni la Fiera un luogo d’incontro tra la zootecnia, la gastronomia, il commercio e l’arte. All’esposizione degli animali si abbinano momenti culturali, concorsi d’arte, mercati e degustazioni che celebrano il cappone, reso celebre nell'immaginario collettivo dai versi del Manzoni, che li volle come cadeau di Renzo per l’Avvocato Azzeccagarbugli.
L'allevamento del cappone
Per i suoi allevatori, il lento e paziente lavoro inizia in primavera con la schiusa dei pulcini, allevati rispettando i ritmi della natura. I galletti vengono poi castrati chirurgicamente prima che sia stata raggiunta la maturità sessuale e, dopo la capponatura, sono ingrassati per un periodo di almeno 77 giorni. Sono queste le procedure previste dal disciplinare del Consorzio, affinchè la razza nostrana biotipo di Cuneo sia identificata come cappone di Morozzo, Presidio Slow Food dal 1999 e primo prodotto a ottenere il riconoscimento.
La carta d’identità del cappone di Morozzo
Il cappone di Morozzo ha vissuto almeno 220 giorni e la sua pelle, di color giallo, è indice di un congruo ingrassamento. Il peso è compreso tra i 2 e 3 chili. Il cappone di Morozzo si contraddistingue per il piumaggio lucente e variopinto, sinonimo di buona salute. La testa è piccola e di colore giallo-arancione. I capi sono allevati a terra all’insegna del benessere animale. Ogni cappone, libero nell’aia, dispone infatti di almeno cinque metri quadrati di spazio in cui razzolare. Rispetto al passato, quando venivano tagliate le creste e i bargigli, la pratica è stata eliminata, in linea con le recenti normative sul benessere animale.
Come cucinare il cappone
E in cucina, come si può utilizzare il cappone? La loro carne è tenera e gustosa, soprattutto se bollita. Il cappone va immerso nell’acqua bollente e poi servito, accompagnato dalle più svariate salse. Da non trascurare il delizioso brodo: da gustare con i crostini di pane o da utilizzare per cuocere i tortellini.
Se sei curioso di provarlo, ti aspettiamo nelle macellerie di Eataly Torino, Milano, Roma e Pinerolo: qui, infatti, i capponi vincitori dell'Antica Fiera, insieme ad altri selezionati da La Granda, saranno presto in vendita.